Ieri sera ho conosciuto una nuova coppia: abbiamo iniziato un piccolo corso su travaglio, parto ed allattamento a domicilio.
Una serata molto piacevole, trascorsa a chiacchierare,a toccare la pancia della mammina,a sentire le nostre ossa e a conoscere un pò meglio come funziona il proprio corpo.
Questo futuro papà ha per la prima volta sperimentato il massaggio al pancione.
“Come faccio?” mi chiede.
Io gli ho sorriso, gli ho messo qualche goccia di olio di mandorle sulle mani, mani grandi, mani da papà e gliele ho appoggiate sul pancione. Da li è iniziato uno splendido momento di relax, per lui, per la sua compagna e per la piccolina, che è stata un pochino in ascolto e che poi ha iniziato a partecipare anche lei, con calcetti e movimenti i risposta al massaggio del papà.
Quando sto per andarmene si scusano per essersi dilungati troppo: sono le 23.10 minuti. Ovviamente per me non c’è problema, è il mio lavoro! Stare a casa delle coppie, la sera, la mattina, la domenica non è un peso. Avviene tutto col sorriso sulle labbra e un pò di leggerezza nel cuore.
Si dice che durante l’Università il carattere di una persona si formi. Devo ringraziare il destino che mi ha portata a diventare Ostetrica: l’iscrizione a quella facoltà era un caso, la scelta di proseguire e metterci tutta me stessa è stata naturale.
Da impaziente, quando lavoro divento paziente, sorridente e disposta all’ascolto. Probabilmente chi mi ha conosciuta a 18 anni non mi riconoscerebbe vedendomi lavorare, proprio perchè vedere ogni giorno la Vita mi ha cambiata.
Una docente universitaria una volta ci ha detto che noi non siamo Ostetriche, noi Facciamo le Ostetriche. Cara docente, spero tu stia leggendo le mie parole, perchè come allora ribadisco io sono un’Ostetrica! Non riesco a spegnere e ad accedere l’interruttore da ostetrica a ragazza degli anni 2000 a comando. Quando sono a casa, quando esco, quando vado a fare shopping vedo tutto con gli stessi occhi.
Amo ogni bambino che zampetta qua e la ai giardinetti, mi si illuminano gli occhi al vedere un pancione, cerco di fare informazione riguardo alle malattie sessualmente trasmesse alle cene tra amici… Cara docente, sarà patologico, ma per me è così (credo lo sia per la maggior parte delle mie colleghe: quando ci troviamo in gruppo si parla solo di corsi, nascite, consulenze, vagine, seni, capezzoli, uteri e compagnia bella; il tutto ad alta voce ovviamente).

Devo ringraziare questo lavoro se sono felice vedendo un uomo e una donna in attesa della nascita del loro “miracolo”.
Devo ringraziare questo lavoro se quando vedo una notte stellata mi fermo e rimango a guardare il cielo, col naso puntato all’insù.
Devo ringraziare questo lavoro se a volte mi perdo durante le visite, assieme alla mamma, a osservare il suo piccolo che dorme.
Devo ringraziare questo lavoro se ho imparato ad attendere in silenzio. Attendere per cosa? Per una risposta, per una azione, per una nascita.
Devo ringraziare questo lavoro se non ho più paura di conoscere il mio corpo, i suoi cicli, il suo perfetto oscillare e mutare.
Devo ringraziare questo lavoro per la possibilità di passare delle intere giornate con i bambini: giocando e divertendomi con loro.
Devo ringraziare questo lavoro per farmi conoscere ed entrare nella vita di tantissime persone diverse.
Devo ringraziare questo lavoro per avermi insegnato ad apprezzare le piccole cose.
Ostetrica Stefania